Sito del Museo Mineralogico di Isola del Giglio
 

(ASSESSORATO ALLA CULTURA COMUNE ISOLA DEL GIGLIO E REDAZIONE GIGLIONEWS)
con la collaborazione del Prof. Alessandro Fei

Tutta la quarzomonzonite gigliese è intersecata da altre rocce magmatiche acide, perlopiù presenti sotto forma di veri e propri filoni, da cui il nome “filoniane”.

L'aplite, formatasi dentro il magma in una fase tarda del raffreddamento, appare bianchissima per la totale assenza di minerali femici, è decisamente povera di specie interessanti (a titolo di curiosità, alla Cala delle Cannelle è stato reperito un solo campione di aplite contenente piccoli granuli di granato rosa).

Ben altro ruolo rivestono le varie specie di pegmatiti presenti (se ne rinvengono almeno tre tipi diversi, la pegmatite propriamente detta, la pegmatite tormalinifera e la pegmatite porfiroide a grandi cristalli di feldspato): formatesi a seguito dell'isolamento di sacche di vapore acqueo ricco di metalli – in una fase posteriore al raffreddamento del magma anatettico – queste  rocce sono caratterizzate dalla presenza di specie mineralogiche anche decisamente rare, presenti in cristalli di dimensioni gigantesche. Regina incontrastata delle pegmatiti gigliesi è sicuramente la tormalina nelle sue varietà nera (schörlite), marrone (dravite), verde, gialla ed incolore (elbaite); ad essa fanno elegante pendant il berillo, sia incolore che azzurro cielo (acquamarina), l'ortoclasio (presente sia come tale che come adularia) e l'albite in bellissimi cristalli ricchi di faccette, accompagnate da muscovite e tracce di lepidolite, oltre all'onnipresente quarzo. Su queste rocce gli agenti atmosferici hanno agito a lungo, formando anche piccoli banchi di kaolinite.

 E tutto questo senza l'ausilio del microscopio: sotto la lente le geodi delle pegmatiti dell'Arenella nascondono veri e propri fiori di pietra e, seppure in dimensioni millimetriche, ci regalano magnifici cristalli di specie rare ed affascinanti quali arsenopirite, fluoroapatite, uraninite, cassiterite, rutilo, pirite, pirrotina, zircone e, dulcis in fundo, il rarissimo (è noto, finora, solo un campione!) xenotime.